Quanti conoscono il celebre oratorio Juditha Triumphans?
Oppure quanti conoscono la Primavera tratta dal concerto Le Quattro Stagioni?
O anche l'Estate, l'Inverno e l'Autunno?
L'autore che oggi conosciamo come un gigante della musica era un semplice "prete rosso", un uomo semplice.
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Antonio Vivaldi, il prete rosso |
Vivaldi, ricordiamo come scrive Marion Kaminiski nel suo "Arte e architettura a Venezia" nasce nella parrocchia di San Giovanni in Bragora, una umile chiesetta nel sestiere di Castello, non molto distante da San Zaccaria.
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Chiesa di San Giovanni in Bragora |
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Un uomo di umili origini ma di grande genio: diventerà presto violinista dopo aver imparato la musica dal padre.
Antonio diventa prete per volere della madre ma a causa dell'asma non può celebrare messa: sta male durante le celebrazioni e sviene.
Tuttavia il prete rosso esprime tutta la sua genialità nella musica con messe e concerti a sfondo religioso. Nel 1703 i Governatori del Pio Ospitale della Pietà lo scelgono come maestro di musica per le giovani violiniste della struttura. Sarà una nomina inaspettata ma anche graditissima che aprirà a Vivaldi la strada per il successo.
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Chiesa di Santa Maria della Visitazione o della Pietà, attigua all'omonimo Ospedale per le "putte" ossia per le giovani abbandonate |
Nel 1705 arriva il grande riconoscimento: Vivaldi è scelto come compositore ed esecutore di concerti per una pensione annua di 150 ducati d'oro. Pochi, per un compositore del suo rango. La nomina di Vivaldi a compositore della Pietà aveva reso felice Francesco Gasparini, un celebre compositore che era più interessato al successo operistico che agli oratori e alle messe e in generale alla musica sacra. Gasparini infatti, era il precedente compositore della Pietà. Dal 1718 iniziò a muoversi con facilità ma non tagliò mai i ponti con l'Ospitale della Pietà che restò il suo preferito. Poi inizierà a comporre per il teatro Sant'Angelo di Venezia (lo stesso dove Canaletto si formerà più tardi dipingendo finali e giochi prospettici che lo prepareranno alle sue celebri vedute) ma nel 1716 arriva il primo grande successo, l'oratorio sacro "Juditha Triumphans devicta Holofernis barbarie" nel quale Giuditta e Venezia sono paragonate. L'oratorio fu composto in occasione della riconquista dell'Isola di Corfù.
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Il Teatro alla Moda |
Nel frattempo arrivano le prime critiche da parte di Benedetto Marcello (1686 - 1739) celeberrimo compositore veneziano ma che a differenza di Vivaldi era molto ricco e di nobile famiglia. Marcello sosteneva che la bella musica dovesse essere solo per i nobili, i ricchi, per l'élite. Invece per Vivaldi la musica era per tutti: in fondo le bravissime fanciulle della Pietà non erano forse derelitte orfanelle o povere strumentiste?
La storia di Vivaldi prosegue: abbandona la Pietà e va a fare il Maestro di Cappella per il governatore delegato dal Sacro Romano Impero della Nazione Germanica per il controllo del Ducato di Mantova. In questo periodo compone le "Quattro Stagioni" che sono il suo capolavoro. Chi non le conosce e non le ha ascoltate almeno una volta? In questi anni arriva anche la conoscenza di Anna Maddalena Teseire, contralto italiano, più nota come Anna Girò. A Venezia nel frattempo, diventa celeberrima l'opera napoletana: Vivaldi ha troppi concorrenti e deve spostarsi a Vienne dove inizia a lavorare per Carlo VI.
Ma l'imperatore muore, scoppia la guerra, la corte si trasferisce in Ungheria, Vivaldi resta senza lavoro e muore nel 1741 a Vienna.
La sua musica è dimenticata e cade nell'oblio.
La battaglia tra Marcello sostenitore della musica d'élite e tra Vivaldi, sostenitore della musica per tutti non è vinta da nessuno dei due. Quando Vivaldi viene seppellito Marcello è già morto da due anni e non può più replicare contro Vivaldi. Anche la musica di Marcello sarà dimenticata e verrà riportata alla luce molto più tardi, molto dopo quella di Vivaldi. Oggi le sue opere sono in secondo piano rispetto a quelle del Prete Rosso. Ed anche le sue idee sono fortunatamente dimenticate: Vivaldi ci ha lasciato una grande idea che ha influenzato tutta la cultura: qualsiasi persona sia ricca che povera deve godere della bellezza dell'arte.
Forse questa biografia potrà sembrare inesatta, generica e insensata ma l'ho voluta scrivere solo per ricordare qualcuno e la sua muscia. E per rispolverare l'idea che la musica classica è per tutti: anche per chi non la ama.