Il Pozzo di San Trovaso dove inizia il nostro racconto |
sabato 1 ottobre 2011
FATTI DI SANGUE A VENEZIA (2 parte) - Una storia di amore e morte nella Venezia del '700
sabato 2 luglio 2011
FATTI DI SANGUE A VENEZIA (1 parte) - Il prete assassino
Pazzia, forse. O magari raptus omicida. Sicuramente il prete Francesco non doveva essere un uomo normale. La sua chiesa era San Zan Degolà, a Santa Croce. Un uomo malato, quindi, un sacerdote maligno.
Un giorno, 21 novembre 1500, Beneto Morosini, inquilino di una casa nella contrada di San Zan Degolà non risponde quando bussano alla porta. L'uomo non apre. Si chiama un fabbro che manomette la serratura.
Il figlio di Beneto Morosini, di nove anni, è trovato morto, riverso su una pozza di sangue. La casa è in disordine: ci sono segni di una collutazioni. Il Morosini è trovato ancora vivo ma in coma nel letto: l'assassino lo ha ferito a morte e poi lo ha messo sotto le coperte.
Le malelingue partono: si mormora che Don Francesco sia un pazzo, un uomo mentalmente instabile e che quella mattina sia stato visto uscire dalla casa di Beneto Morosini.
Gli Inquisitori di Stato interrogano Don Francesco il quale viene rapidamente incastrato: è uscito dalla casa la mattina ed è stato l'ultimo a vedere vivo il bambino e a vedere sano il figlio.
Il sacerdote è sempre stato un po' strano ma nessuno ha mai potuto sospettare che fosse un omicida.
Certo, la faccenda è complessa. Morosini sembra esserse salvato dai medici e riprende l'uso della parola: accusa Don Francesco: tutto coincide. Sulla sua veste talare sono inoltre trovate macchie di sangue.
Poco dopo Morosini muore a causa di una ricaduta. Don Francesco viene torturato e picchiato dagli Sbirri degli Inquisitori di Stato. Alla fine, esausto, confessa: ha ucciso il bambino e suo padre. Le prove ci sono, l'accusa dell'ucciso anche, le testimonianze pure. E si aggiunge anche la confessione.
Il 19 dicembre tra le due colonen in Piazza San Marco è ordinata dal consiglio dei Tre Inquisitori di Stato la decapitazione di don Francesco per il reato di omicidio. Ma è andata davvero così? Proprio don Francesco è il colpevole di tale omicidio oppure ha agito per ordine di qualcun altro? Quale sarebbe il movente? Un semplice raptus omicida oppure una motivo, una giustificazione nata in una mente razionale? E poi il figlio di Beneto Morosini non era forse illeggittimo? E perchè ha deciso di tenerselo in casa senza legittimarlo? Che sia stata la madre del bambino a ordinare l'omicidio del padre? Ma allora perchè il figlio è morto? Oppure è stata la consorte di Beneto? E perchè lei non viene neppure citata nei documenti. Così questo fatto di sangue resterà un mistero ancor oggi irrisolvibile.
Un giorno, 21 novembre 1500, Beneto Morosini, inquilino di una casa nella contrada di San Zan Degolà non risponde quando bussano alla porta. L'uomo non apre. Si chiama un fabbro che manomette la serratura.
Il figlio di Beneto Morosini, di nove anni, è trovato morto, riverso su una pozza di sangue. La casa è in disordine: ci sono segni di una collutazioni. Il Morosini è trovato ancora vivo ma in coma nel letto: l'assassino lo ha ferito a morte e poi lo ha messo sotto le coperte.
Le malelingue partono: si mormora che Don Francesco sia un pazzo, un uomo mentalmente instabile e che quella mattina sia stato visto uscire dalla casa di Beneto Morosini.
Gli Inquisitori di Stato interrogano Don Francesco il quale viene rapidamente incastrato: è uscito dalla casa la mattina ed è stato l'ultimo a vedere vivo il bambino e a vedere sano il figlio.
Il sacerdote è sempre stato un po' strano ma nessuno ha mai potuto sospettare che fosse un omicida.
San Zan Degolà: la contrada fu teatro del fatto di sangue |
Poco dopo Morosini muore a causa di una ricaduta. Don Francesco viene torturato e picchiato dagli Sbirri degli Inquisitori di Stato. Alla fine, esausto, confessa: ha ucciso il bambino e suo padre. Le prove ci sono, l'accusa dell'ucciso anche, le testimonianze pure. E si aggiunge anche la confessione.
Il 19 dicembre tra le due colonen in Piazza San Marco è ordinata dal consiglio dei Tre Inquisitori di Stato la decapitazione di don Francesco per il reato di omicidio. Ma è andata davvero così? Proprio don Francesco è il colpevole di tale omicidio oppure ha agito per ordine di qualcun altro? Quale sarebbe il movente? Un semplice raptus omicida oppure una motivo, una giustificazione nata in una mente razionale? E poi il figlio di Beneto Morosini non era forse illeggittimo? E perchè ha deciso di tenerselo in casa senza legittimarlo? Che sia stata la madre del bambino a ordinare l'omicidio del padre? Ma allora perchè il figlio è morto? Oppure è stata la consorte di Beneto? E perchè lei non viene neppure citata nei documenti. Così questo fatto di sangue resterà un mistero ancor oggi irrisolvibile.
venerdì 1 luglio 2011
FATTI ASSURDI A VENEZIA (4 parte) - I begardi invadono Venezia
Una beghina |
FATTI ASSURDI A VENEZIA (3 parte) - Quando Venezia voleva traslocare a Bisanzio
Un disegno medievale che ritrae Costantinopoli |
FATTI ASSURDI A VENEZIA (2 parte) - Crolla il ponte di Rialto!
Il Ponte di Rialto quando era ancora di legno |
Ma la gente accorsa era davvero troppa: i travi di legno che sostenevano il ponte di Rialto iniziarono a curvarsi e i sistemi di chiusura del ponte (che era levatoio) si spaccarono sotto il peso troppo esagerato. Il ponte si aprì e trascinò nel canale tutta la struttura. I popolani scivolarono in acqua trascinati dal ponte. Non morì nessuno: si salvarono e furono soccorsi ma il danno al ponte di Rialto fu ingente. La struttura fu riparata velocemente e alla meglio tanto che nel 1524, ottant'anni dopo, i nipoti dei precedenti sventurati caduti in mare a causa del cedimento del ponte di Rialto ebbero la stessa disavventura dei loro anni.
FATTI ASSURDI A VENEZIA (1 parte) - Caduto dal campanile
La chiesa dei Santi Apostoli |
Mentre questo sacerdote amministrava la sua parrocchia veniva ricostruito dall'architetto Giuseppe Pedolo il campanile della chiesa. Monsignor Longo, come ogni sacerdote, era orgoglioso della sua bella chiesa ed era salito sulla cella campanaria della costruzione per ammirare il panorama e vedere i progressi dei lavori. Mentre si trovava nella celletta, priva di parapetti, monsignor Longo forse ebbe un malore o forse scivolò: sta di fatto che cadde dalla loggia. I presenti che guardavano il campanile gridarono preoccupati.
Il prete tuttavia, si salvò. La veste talare si impigliò sulle lancette dell'orologio e il sacerdote iniziò a gridare a piangere. Fortunatamente i muratori che lavoravano nel campanile riuscirono a salvarlo dal rovinsoso crollo che il sacerdote aveva rishciato di fare.
Cosa sia successo dopo non lo sappiamo ma probabilmente monsignor Longo visse con la certezza che doveva essere accaduto un miracolo.
ESSERE NOBILE A TUTTI I COSTI - Il caso Andriana Baoder: da un matrimonio scandaloso a un processo per stregoneria
XVI secolo. Venezia. Chiesa di Santa Maria Formosa. Il nobile Marco Badoer si sposa con una nota cortigiana, figlia di un servitore dei nobili Badoer, dai quali ha ereditato il cognome. La cortigiana si chiama Andriana. Un tale matrimonio fa scandalo.
Le critiche piovono su Marco Dandolo accusato di aver elevato con un matrimonio morganatico una cortigiana al rango patrizio. Andriana era diventata "celebre" dopo la morte di tutte le sue concorrenti e rivali cortigiane nel 1576 nella pestilenza che aveva decimato la popolazione. Ma lei si era salvata. Aveva conosciuto Marco Dandolo e i due si erano innamorati l'uno dell'altro. Così si erano sposati.
I famigliari di lui iniziarono a dire ogni maldicenza sulla parente acquisita: il parroco dei Frari è il primo a incontrarsi coi famigliari e confida le sue preoccupazioni: dice di aver esorcizzato la giovane perchè era spiritata. Diverse persone iniziano a odiare la giovane per la sua sfortuna sfacciata e nascono testimonianze.
Per prima cosa si diffonde la voce che il parroco dei Frari oltre che a esorcizzare la Badoer le abbia anche venduto ostie consacrate. Qualche serva riesce a sottrarle delle ostie e le porta ai Dandolo. Le esaminano. Trovano delle strane incisioni sulle ostie (in realtà si tratta delle lettere IHS, iniziale del nome di Cristo) ma la famiglia esagera: si tratta di invocazioni del diavolo: Andriana fa riti satanici, profana le ostie. In poche parole è una strega. I gondolieri sostengono che la donna vada di nascosto nei cimiteri a dissotterrare i morti e a decapitarli. Con le teste fa strani riti. Le cuoche di Marco Dandolo sostengono che la donna faccia bollire quelle teste e ottenga pozioni e distillati. Professoroni e dotti di teologia ed esperti di alchimia iniziano a sostenere che Andriana Badoer faccia sortilegi. Le comari giurano di averla vista procurarsi il sangue dei decapitati in piazza San Marco per fare filtri d'amore con cui stregare Marco. Infine la testimonianza decisiva da parte del conte Avogadro: sua moglie è morta perché la Badoer che era in cattivi rapporti con lei l'ha stregata. I Dandolo sono certi: la Badoer è una strega e la denunciano al Patriarca di Venezia. Il processo si avvia. Ma le testimonianze della serve sono contradittorie e si annullano l'una con l'altra. Sono solo menzogne. Il Sant'Uffizio non le ascolta. Il conte Avogadro viene smentito dalle testimonianze dei medici: la moglie è morta per normalissima malattia. I gondolieri sono smentiti: Andriana non poteva recarsi nei cimiteri: le testimonianze delle sue serve le creano un'alibi di ferro. Quelle delle comari sono solo chiacchiere confuse e insignificanti. Le ostie sono consacrate e non profanate. Andriana è assolta e ritenuta innocente: l'unica sua colpa è aver comprato ostie consacrate ma non c'è niente di grave: basterà un po' di penitenza e tutto sarà scordato. E così Andriana visse felice e liberata dalle malelingue: vivrà felice assiema al suo Marco che diventerà un importante politico e rettore di Feltre. Questa è l'ennesima testimonianza di come la giustizia veneziana fosse più clemente di quella del resto d'Europa nell'epoca fanatica del XVI secolo.
Vittore Carpaccio: Due cortigiane veneziane |
I famigliari di lui iniziarono a dire ogni maldicenza sulla parente acquisita: il parroco dei Frari è il primo a incontrarsi coi famigliari e confida le sue preoccupazioni: dice di aver esorcizzato la giovane perchè era spiritata. Diverse persone iniziano a odiare la giovane per la sua sfortuna sfacciata e nascono testimonianze.
Per prima cosa si diffonde la voce che il parroco dei Frari oltre che a esorcizzare la Badoer le abbia anche venduto ostie consacrate. Qualche serva riesce a sottrarle delle ostie e le porta ai Dandolo. Le esaminano. Trovano delle strane incisioni sulle ostie (in realtà si tratta delle lettere IHS, iniziale del nome di Cristo) ma la famiglia esagera: si tratta di invocazioni del diavolo: Andriana fa riti satanici, profana le ostie. In poche parole è una strega. I gondolieri sostengono che la donna vada di nascosto nei cimiteri a dissotterrare i morti e a decapitarli. Con le teste fa strani riti. Le cuoche di Marco Dandolo sostengono che la donna faccia bollire quelle teste e ottenga pozioni e distillati. Professoroni e dotti di teologia ed esperti di alchimia iniziano a sostenere che Andriana Badoer faccia sortilegi. Le comari giurano di averla vista procurarsi il sangue dei decapitati in piazza San Marco per fare filtri d'amore con cui stregare Marco. Infine la testimonianza decisiva da parte del conte Avogadro: sua moglie è morta perché la Badoer che era in cattivi rapporti con lei l'ha stregata. I Dandolo sono certi: la Badoer è una strega e la denunciano al Patriarca di Venezia. Il processo si avvia. Ma le testimonianze della serve sono contradittorie e si annullano l'una con l'altra. Sono solo menzogne. Il Sant'Uffizio non le ascolta. Il conte Avogadro viene smentito dalle testimonianze dei medici: la moglie è morta per normalissima malattia. I gondolieri sono smentiti: Andriana non poteva recarsi nei cimiteri: le testimonianze delle sue serve le creano un'alibi di ferro. Quelle delle comari sono solo chiacchiere confuse e insignificanti. Le ostie sono consacrate e non profanate. Andriana è assolta e ritenuta innocente: l'unica sua colpa è aver comprato ostie consacrate ma non c'è niente di grave: basterà un po' di penitenza e tutto sarà scordato. E così Andriana visse felice e liberata dalle malelingue: vivrà felice assiema al suo Marco che diventerà un importante politico e rettore di Feltre. Questa è l'ennesima testimonianza di come la giustizia veneziana fosse più clemente di quella del resto d'Europa nell'epoca fanatica del XVI secolo.
L'ORO DELLA DOMINANTE - Dove sono i tesori perduti della Serenissima?
La Pala d'oro che si è salvata dal saccheggio napoleonico |
Napoleone requisisce il poco rimasto e lo rivende per ottenere denaro per poter pagare i suoi soldati. Ma che fine ha fatto il resto del tesoro?
L'Isola della Certosa |
Fanno un breve tragitto verso l'Isola dela Certosa e seppelliscono lì l'oro della Serenissima. Nascondono tutto in buche nel terreno e si raccomandano con i frati per la custodia del luogo. I religiosi vengono però mandati via da Napoleone e dai Francesi che sono appena arrivati.
Gli anni passano e il tesoro della Zecca resta sepolto alla Certosa. I militari creano una base militare ma non si accorgono dell'oro. Poi con il recupero ambientale dell'isola il tesoro non viene trovato...
Forse aspetta ancora oggi che qualcuno lo ritrovi, lo salvi... Ma forse è una leggenda e il tesoro è semplicemene in un luogo molto meno misterioso: qualche banca francese. I discendenti dei soldati avranno ancora l'oro derivato da quel tesoro veneziano... Ma c'é sempre una speranza... Toccherà alle future generazioni scoprire che ne è stato di quel tesoro che ancora aspetta...
giovedì 30 giugno 2011
MORTE IN LAGUNA - Il cason dei sette morti
Il Cason dei Sette Morti |
Una nave per la pesca salpa da Venezia. E' un bragozzo e solca lentamente le onde del mare. Sei marinai più il loro capo si preparano ad uscire in laguna in una valle da pesca nella Laguna Sud. Ad accompagnarli un giovane mozzo, Zuanin, che fa quell'umile lavoro per portare qualche soldo in famiglia.
Zuanin gioca con un cagnolino: è un bambino, in fondo, e non è giusto che lavori: dovrebbe giocare. Ma al capo e ai sei marinai non interessa. Sono uomini rudi, duri, anche loro hanno sofferto da piccoli e come per vendetta vogliono far soffrire Zuanin. Il bambino sta ancora giocando quando i pescatori tirano su le reti. Pesano molto. Sotto uno strato di pesce trovano un cadavere. E' già successo. Certo è un fatto macabro ma una cosa non troppo rara in laguna: sarà uscito con la sua barca e poi sarà affondata: il poveretto sarà annegato e la barca giacerà sul fondo del mare mentre il cadavere dello sventurato è risalito a galla, confondendosi con un banco di pesci. I marinai non si preoccupano molto: coprono con un telo il cadavere. Non appena hanno terminato di coprire con un velo il morto il vento inizia a soffiare più forte. I marinai temono che il bragozzo vada tra le velme e le barene perchè sospinto dal vento e che si areni. Così tra quelle zone paludose non potrebbero neppure fuggire: sarebbero vittime delle sabbie mobili e delle acque stagnanti.
D'un tratto vedono una luce in lontananza. E' un vecchio casone costruito dai pescatori, semidistrutto. Il governo italiano non l'ha neanche restaurato, l'ha lasciato sfasciarsi, distruggersi. I pescatori gettano l'ancora, scendono dal bragozzo. Zuanin è ancora a bordo sta giocando con il suo cagnolino. "Sta sempre a giocare!" commenta qualcuno.
I marinai hanno deciso di fermarsi nel casone perché tornare a Venezia è inutile: il mare è mosso e il bragozzo potrebbe affondare. Qualcuno si domanda cosa sia quella strana luce che dal bragozzo si è vista poco prima. La risposta arriva subito: è un fuoco che arde consumando i pezzi marci del legno del casone che cadono per colpa della pioggia. Un marinaio posiziona un treppiede e una pentola sopra il fuoco poi inizia a preparare la polenta. Zuanin arriva solo allora con il suo cagnolino, perché è molto affamato.
Un marinaio sposta un tavolo impolverato vicino al fuoco e ci passa una mano sopra togliendo la polvere. Un altro toglie dal treppiede la polenta e la butta sopra il tavolo. La polenta si attacca e si raffredda piano piano.
Non appena diventa solida tutti si fanno avanti per mangiarla: Zuanin vuole prendersi una fetta ma i marinai lo fermano e lo rimproverano: <<Oggi non hai fatto altro che giocare! Svelto! Fa qualcosa per renderti utile se vuoi mangiare!>>.
Il capo ha un'idea diabolica: fare uno scherzo a Zuanin e gli dice: <<Sul ponte del bragozzo c'è un mio amico addormentato... Vai a chiamarlo e digli che venga a mangiare!>>. Zuanin va e nel frattempo i marinai si mettono a mangiare e a ridere. Un marinaio perde una lettera dalla tasca. Il vicino si mette a leggerla: poi scopre che si tratta di più lettere. Tutte d'amore, scritte da diverse donne. Questa è lussuria.
Il capo inizia a vantarsi della bella idea dello scherzo a Zuanin. Questa è superbia.
Un altro marinaio conta di nascosto dei soldi che è riuscito a rubare prima di salpare col bragozzo. Questa è avarizia.
Il marinaio che ha letto le lettere d'amore del pescatore si intristisce e inizia a odiare il suo vicino per quello che ha: lo sente migliore di lui e non riesce a sopportarlo. Questa è invidia.
Un altro pescatore inghiotte voracemente la polenta, finendola quasi subito e lasciando a stomaco vuoto i compagni. Questa è gola.
Due pescatori si guardano negli occhi: uno dei due fa una critica a quello che gli sta di fronte. Una critica cattiva, malvagia, che parla del fatto che l'altro abbia appena perso la moglie dopo lunga malattia. Questa è accidia.
L'altro risponde prendendo il compagno a schiaffi e iniziando a percuterlo. Questa è ira.
Zuanin, nel frattempo, tenta di svegliare il morto, credendolo vivo. Questo non risponde. Zuanin ha paura: c'è la burrasca. Urla dal ponte e i marinai all'interno del casone lo sentono: <<Non si vuol svegliare!>>.
Il capo risponde gridando: <<Se non si sveglia tu resti sul ponte o torni a Venezia a nuoto!>>.
Zuanin allora inizia a supplicare il morto: <<Signore, la prego, si svegli! Se non lo farà io sarò accusato dai miei compagni più grandi e non potrò neppure mangiare! La prego!>>.
D'un tratto il cadavere si alza: pare animarsi e dice: <<Ragazzo! Vai nel casone e dì che arrivo!>>.
Zuanin è contento e corre con il suo cagnolino nell'edificio in rovina gridando: <<Adesso arriva il vostro amico! Adesso arriva!>>. Il capo pensa subito che Zuanin ha capito lo scherzo e non si è neppure inorridito alla vista del morto. Il cadavere entra davvero. I marinai urlano di schifo: è proprio il morto che hanno ripescato. Il cadavere inizia a parlare: <<Voi altri, sette uomini, siete le incarnazioni dei sette peccati capitali! Il giovanetto è l'innocenza e il suo cane la fedeltà! Lui è stato sfruttato da voi! E voi lo avete fatto soffrire! Adesso vi punirò io!>>. Il cadavere strilla: <<Via la lussuria!>>. Il marinaio che ha perso le lettere si sente soffocare, cade per terra e muore sul colpo. Il cadavere grida il nome del peccato di ciascun pescatore che muore rapidamente. A un certo punto arriva al capo ed esclama: <<Via la superbia!>>. Il capo stecchisce.
Zuanin piange e abbraccia il suo cagnolino. Il morto conclude: <<Questo sia a perenne testimonianza di come l'uomo pecca e sbaglia! E questo casone si chiamerà da ora Casone dei Sette Morti e chiunque si avvicinerà sentirà urla di dolore e contrizione per i propri peccati! Tu, Zuanin, sei salvo! Io ritornerò al mare!>>. Il cadavere si lancia in acqua e si dissolve sciogliendosi e mescolandosi al sale della laguna.
D'un tratto la tempesta finisce e il mare si placa. Zuanin sale sul bragozzo e la mattina dei pescatori lo salvano portandolo a Venezia. Entrano nel Casone e trovano sette morti: li caricano sulla loro nave e ripartono alla volta della città. Mentre si allontanano sentono urla di morte e disperazione che chiedono perdono a Dio dei propri peccati e delle proprie mancanze.
Ancora oggi questi suoni e queste grida terribili si possono sentire passando accanto al Cason dei Sette Morti a qualsiasi ora. Di Zuanin non si sa più niente: forse morì anche lui, forse andò in manicomio. O forse visse felicemente, liberato dall'oppressione dei suoi compagni peccatori e malvagi.
LE STATUE PARLANTI DI VENEZIA - Maroco de le Pipone, il gobbo di Rialto, Sior Antonio Rioba
Maroco de le Pipone a Piazza San Marco |
Il Gobbo di Rialto |
Sior Antonio Rioba |
Rilievo col cammello a Palazzo Mastelli a Cannaregio |
mercoledì 29 giugno 2011
VENEZIA E LA COMMEDIA - Alle origini del teatro
Ruzante |
Con la Commedia Italiana il teatro cambierà e diverrà popolare, improvviso, spontanteo. Ricordiamo che la Commedia dell'Arte nasce a Padova nel teatro e Odeo Cornaro.
Colombina ed Arlecchino |
- I servi: Personaggi che si distinguevano a loro volta in:
- Primo Zanni: Il servo furbo (esempio: Brighella)
- Secondo Zanni: Il servo sciocco (esempio: Pulcinella)
Arlecchino, primo zanni |
- I vecchi e le vecchie: Personaggi solitamente malvagi o comuneque ridicoli e negativi
- I dottori: Uomini intelligenti e studiati ma stupidi e che venivano spesso raggirati
- Gli innamorati: Giovani amanti ostacolati dai Vecchi ma aiutati dai Servi
- Gli altri tipi: Comprendevano i contadini o comunque coloro che non erano nè padroni nè servi, insomma, gli indipendenti (esempio: Ruzante senza padroni ma anche senza servi)
Venezia rimase insomma al centro della Commedia perchè forni comici a tutta Europa (per la sola commedia
nacquero a Venezia decine di teatri). Ma la città natale di questo genere teatrale fu anche la città in cui morì. Goldoni nel 1731 rappresenterà le sue prime opere nel teatro della Sena di Feltre: Il buon padre e la Cantatrice in cui i comici recitano seguendo un copione. Il nuovo modo di far teatro piacerà a tutti e tutta l'Europa rappresenterà le sue commedie sempre uguali, sempre con le stesse parole. Dopo la morte di Goldoni questo genere soppianterà per sempre la Commedia dell'Arte. Le maschere saranno dimenticate. Più tardi nascerà il cinema: gli idoli del pubblico non saranno più le maschere ma i personaggi che gli attori interpretano.
Quindi due i luoghi: Padova dove nacque la Commedia e Feltre dove morì.
Con Goldoni è finito un modo di far teatro ma ne è nato un altro di più moderno, efficace, reale, vero. E forse anche più bello.
VIVALDI, IL PRETE ROSSO - Una semplice biografia
Oppure quanti conoscono la Primavera tratta dal concerto Le Quattro Stagioni?
O anche l'Estate, l'Inverno e l'Autunno?
L'autore che oggi conosciamo come un gigante della musica era un semplice "prete rosso", un uomo semplice.
Antonio Vivaldi, il prete rosso |
Chiesa di San Giovanni in Bragora |
Un uomo di umili origini ma di grande genio: diventerà presto violinista dopo aver imparato la musica dal padre.
Antonio diventa prete per volere della madre ma a causa dell'asma non può celebrare messa: sta male durante le celebrazioni e sviene.
Tuttavia il prete rosso esprime tutta la sua genialità nella musica con messe e concerti a sfondo religioso. Nel 1703 i Governatori del Pio Ospitale della Pietà lo scelgono come maestro di musica per le giovani violiniste della struttura. Sarà una nomina inaspettata ma anche graditissima che aprirà a Vivaldi la strada per il successo.
Chiesa di Santa Maria della Visitazione o della Pietà, attigua all'omonimo Ospedale per le "putte" ossia per le giovani abbandonate |
Il Teatro alla Moda |
La storia di Vivaldi prosegue: abbandona la Pietà e va a fare il Maestro di Cappella per il governatore delegato dal Sacro Romano Impero della Nazione Germanica per il controllo del Ducato di Mantova. In questo periodo compone le "Quattro Stagioni" che sono il suo capolavoro. Chi non le conosce e non le ha ascoltate almeno una volta? In questi anni arriva anche la conoscenza di Anna Maddalena Teseire, contralto italiano, più nota come Anna Girò. A Venezia nel frattempo, diventa celeberrima l'opera napoletana: Vivaldi ha troppi concorrenti e deve spostarsi a Vienne dove inizia a lavorare per Carlo VI.
Ma l'imperatore muore, scoppia la guerra, la corte si trasferisce in Ungheria, Vivaldi resta senza lavoro e muore nel 1741 a Vienna.
La sua musica è dimenticata e cade nell'oblio.
La battaglia tra Marcello sostenitore della musica d'élite e tra Vivaldi, sostenitore della musica per tutti non è vinta da nessuno dei due. Quando Vivaldi viene seppellito Marcello è già morto da due anni e non può più replicare contro Vivaldi. Anche la musica di Marcello sarà dimenticata e verrà riportata alla luce molto più tardi, molto dopo quella di Vivaldi. Oggi le sue opere sono in secondo piano rispetto a quelle del Prete Rosso. Ed anche le sue idee sono fortunatamente dimenticate: Vivaldi ci ha lasciato una grande idea che ha influenzato tutta la cultura: qualsiasi persona sia ricca che povera deve godere della bellezza dell'arte.
Forse questa biografia potrà sembrare inesatta, generica e insensata ma l'ho voluta scrivere solo per ricordare qualcuno e la sua muscia. E per rispolverare l'idea che la musica classica è per tutti: anche per chi non la ama.
domenica 29 maggio 2011
PROMOZIONE DELLA PETIZIONE "SALVIAMO VENEZIA"
Il nostro blog è promotore della petizione Salviamo Venezia su firmiamo.it (potete accedere alla petizione clickando sulla finestrella in alto).
Le motivazioni sono state varie: il desiderio di poter contribuire alla salvaguardia di questa città e l'amore per la sua cultura.
A indurci a creare questa petizione sono stati i numerosi casi di vandalismo del quale è stato per esempio vittima il povero Sior Antonio Rioba e il notare come tante tradizioni artigianli stiano man mano scomparendo.
Noi vogliamo attirare l'attenzione dei navigatori del web e delle autorità nonchè, se possibile dell'opinione pubblica: vogliamo che tutti sappiano dei problemi di questa bella città che rischia di finire, così ingloriosamente.
Se anche voi volete aiutare la Serenissima firmate: è semplicissimo.
Tanto Venezia ha perso ma tanto ha ancora da offrire e tanto deve essere salvato.
Firmiamo per Venezia. 300 persone l'hanno già fatto.
Le motivazioni sono state varie: il desiderio di poter contribuire alla salvaguardia di questa città e l'amore per la sua cultura.
A indurci a creare questa petizione sono stati i numerosi casi di vandalismo del quale è stato per esempio vittima il povero Sior Antonio Rioba e il notare come tante tradizioni artigianli stiano man mano scomparendo.
Noi vogliamo attirare l'attenzione dei navigatori del web e delle autorità nonchè, se possibile dell'opinione pubblica: vogliamo che tutti sappiano dei problemi di questa bella città che rischia di finire, così ingloriosamente.
Se anche voi volete aiutare la Serenissima firmate: è semplicissimo.
Tanto Venezia ha perso ma tanto ha ancora da offrire e tanto deve essere salvato.
Firmiamo per Venezia. 300 persone l'hanno già fatto.
lunedì 7 marzo 2011
UNA PETIZIONE PER SALVARE VENEZIA
Nuova petizione su firmiamo.it per la salvaguardia di Venezia! Firmate!
http://www.firmiamo.it/salviamo-venezia
http://www.firmiamo.it/salviamo-venezia
domenica 23 gennaio 2011
WEBSITE E BLOG SU VENEZIA
Vi segnalo, prima di cominciare la mia attività, alcuni siti web e alcuni blog su Venezia che ritengo molti belli.
Cominciamo dai blog:
http://venezia.myblog.it/
Interessantissimo blog di una signora veneziana che scrive sempre notizie e racconti strani, misteriosi, appartenenti alla Venezia Nascosta ai più.
Un altro blog (che ho appena scoperto) è in varie lingue (italiano, francese, tedesco e inglese) e colleziona brevi commenti, poesie e soprattutto molte foto su Venezia.
http://tranquiada.blogspot.com/
Vi segnalo infine il blog l'altra Venezia. Contiene interessanti spunti d'approfondimento. Ecco l'indirizzo http://laltravenezia.blogspot.com/.
Ora passiamo ai siti internet. Vi segnalo:
www.venetia.it
www.piovesan.net
www.veneziamuseo.it
www.venicexplorer.net
www.venicewiki.it
www.meetingvenice.it
www.turismovenezia.it
www.labiennale.org
www.museiciviciveneziani.it
www.gallerieaccademia.org
www.palazzogrimani.org
www.querinistampalia.it
www.cadoro.org
www.chorus.org
www.arteorientale.org
Sono siti molto ben curati ed originali, per cui ve li consiglio! Arrivederci e alla prossima!
Cominciamo dai blog:
http://venezia.myblog.it/
Interessantissimo blog di una signora veneziana che scrive sempre notizie e racconti strani, misteriosi, appartenenti alla Venezia Nascosta ai più.
Un altro blog (che ho appena scoperto) è in varie lingue (italiano, francese, tedesco e inglese) e colleziona brevi commenti, poesie e soprattutto molte foto su Venezia.
http://tranquiada.blogspot.com/
Vi segnalo infine il blog l'altra Venezia. Contiene interessanti spunti d'approfondimento. Ecco l'indirizzo http://laltravenezia.blogspot.com/.
Ora passiamo ai siti internet. Vi segnalo:
www.venetia.it
www.piovesan.net
www.veneziamuseo.it
www.venicexplorer.net
www.venicewiki.it
www.meetingvenice.it
www.turismovenezia.it
www.labiennale.org
www.museiciviciveneziani.it
www.gallerieaccademia.org
www.palazzogrimani.org
www.querinistampalia.it
www.cadoro.org
www.chorus.org
www.arteorientale.org
Sono siti molto ben curati ed originali, per cui ve li consiglio! Arrivederci e alla prossima!
sabato 22 gennaio 2011
IL RITORNO DI UN VECCHIO BLOG
Buongiorno a tutti i lettori di Venezia giorno per giorno e (seppure in ritardo) buon anno!
Ritorna, dopo 7 mesi di mancanza, il blog che vi aveva accompagnato per un po' raccontandovi alcune curiosità su questo blog.
Intendiamo continuare a comunicare la bellezza di questa città per farla apprezzare e vi chiediamo qualche giorno di pazienza per poter pubblicizzare un po' questo blog!
Se vi interesserà seguirci, potrete inserirci nei siti preferiti!
E allora... Che possiate trascorrere il 2011 contemplando questa splendida città!
Ritorna, dopo 7 mesi di mancanza, il blog che vi aveva accompagnato per un po' raccontandovi alcune curiosità su questo blog.
Intendiamo continuare a comunicare la bellezza di questa città per farla apprezzare e vi chiediamo qualche giorno di pazienza per poter pubblicizzare un po' questo blog!
Se vi interesserà seguirci, potrete inserirci nei siti preferiti!
E allora... Che possiate trascorrere il 2011 contemplando questa splendida città!
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