lunedì 6 febbraio 2012

DISPUTE LINGUISTICHE NEL '500 - Pietro Bembo e la nascita dell'italiano

La lingua che oggi usiamo in Italia, come tutti sanno, discende dal Latino e si tratta di un dialetto toscano, tipico della zona fiorentina, tratto dalle opere del Petrarca e del Boccaccio, su modello di alcuni termini lessicali usati da Dante: già il Sommo Poeta aveva nel De vulgari eloquentia (Sul modo di parlare del popolo) trattato l'importanza di una lingua volgare per il popolo d'Italia. La città di Venezia si era fermamente opposta all'utilizzo di una lingua che riteneva straniera. Ad aggravare la situazione erano i letterati tradizionalisti che volevano ripristinare il Latino e gli autori milanesi che scrivevano nella cosiddetta Koinè Lombarda.
Pietro Bembo
Nel '500 il dibattito andò aggravandosi: la Repubblica Veneta, centro principale dell'editoria italiana, imponeva agli altri stati di comprare libri stampati nel suo territorio, la maggior parte di essi in latino.
Solo Pietro Bembo, cardinale veneziano, che da bambino aveva vissuto con il padre a Firenze risolse la difficile disputa oggi chiamata "Questione della Lingua".
Bembo aveva studiato con Costantino Lascaris, celeberrimo grecista e si era affezzionato alla lingua di Platone ed Aristotele ed in alcuni suoi scritti aveva anche criticato l'origine popolare del dialetto della città natia.
Tra il 1506 e il 1512 scrive Le prose della volgar lingua in cui propone la prima grammatica dell'Italiano.
Il fatto che un veneziano accettasse la lingua fiorentina divenne un simbolo per tutta l'élite culturale della Penisola: così, da allora, l'italiano divenne una lingua e il veneziano fu ridotto a semplice idioma.
Nel '700 Goldoni tentò, con le proprie opere, di riportare al precedente livello di prestigio del suo dialetto.
Alessandro Manzoni produrrà nel '800 I promessi sposi: di fronte a questo romanzo che propose, tra l'altro, con il suo lessico, un modello di italiano da usare nelle opere letterarie, Venezia dovette arrendersi: ormai la sua indipendenza era finita e così, il suo idioma divenne dialetto, status in cui ancor oggi è relegato, schiacciato dalla superiorità di autori come Petrarca, Boccaccio, Manzoni, Dante, Macchiavelli, con cui Goldoni e Giorgio Baffo non possono purtroppo competere.

2 commenti:

  1. Chissà come sarà odiato il Bembo dai ... "venetisti"!!!

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  2. Sicuramente il suo intervento non sarà stato molto apprezzato neppure all'epoca...

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