lunedì 16 gennaio 2012

GLI AGOSTINIANI A VENEZIA - I monaci che raccolsero il pensiero del "Doctor Gratiae"

Visione di Sant'Agostino, Vittore Carpaccio
"Si ami anzitutto Dio e quindi il prossimo" questo il precetto che apre la celeberrima "Regola di Sant'Agostino" insigne filosofo, Padre e Dottore della Chiesa, principale teologo del Cattolicesimo, eminentissimo autore di libri conosciutissimo come le Confessioni, il suo capolavoro: Doctor gratiae (dottore della grazia) questo il suo titolo di riferimento. Gli eredi della tradizione filosofica del grande Agostino saranno tre Ordini Monastici Maschili: i Frati Eremitani (nati nel 1244 con una bolla di Innocenzo IV), i Recolletti (sviluppatisi nel 1588 in Spagna) e gli Scalzi (nati nel 1517 a Napoli).
Chiesa di Sant'Alvise, Venezia
Ma anche le donne sapranno essere eredi della tradizione di questo importante pensatore: si costituiscono nel XIII secolo in Germania le Monache Agostiniane e nel 1596, per desiderio dell'Arcivescovo di Valencia, San Giovanni de Ribera le Agostiniane Scalze.
Cinque rami per una stessa spiritualità: una vita contemplativa volta, all'interno delle mura chiuse di un monastero (per le monache) o delle stanze più aprte di un convento (per i frati) al vivere insieme, pe aiutarsi, consigliarsi, perfezionarsi nella ricerca comune del vero Dio.
Chiesa di Sant'Anna, Venezia
Un intento nobile e disinteressato ai privilegi del mondo secolare che coglierà ampi consensi anche tra i più vari stati della popolazione veneziana. Nel 1383, dopo una visione, Antonia Venier, patrizia, fa costruire il monastero e la chiesa di San Ludovico da Tolosa (1274 - 1297): entra nella Famiglia Francescana, fa carriera, diviene vescovo della Ville Rouge (così è detta questa bella città francese sulla Garonna) e muore in odor di santità: lo canonizzano nel 1317. Il nome del monastero è ben presto corrotto in Sant'Alvise, dai Veneziani: oggi è bello ammirare il suo coro pensile testimonianza di quella vita comune, di quella dedizione alla preghiera tipica di un ordine così orientato alla ricerca di un qualcosa che l'uomo non potesse comprendere.
Anche la chiesa di Sant'Anna a Castello, nacque come luogo di culto per un monastero agostiniano ma nel XIII secolo divenne monastero benedettino.
Due chiese, tante storie di tante donne che hanno deciso di vivere escluse dal mondo, per cercare ciò che esso spesso dimentica: Venezia è questo un continuo intersecarsi di strade per cercare di essere in contatto, parlare con il resto del mondo... Ma è anche l'ombra di una cella in un monastero, la discussione tra un laico e una monaca divisa da una grata che simboleggia un amore così grande che non tutti possono capire e che deve quasi essere protetto dagli uomini.

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