lunedì 27 febbraio 2012

LA PATRIA DELLO ZUCCHERO - Venezia città dei dolci

Raffinatori di zucchero in una manifattura veneziana



















In quel latino un po' goffo diffusosi nel medioevo si chiamavano "sacchettis venetis" alcuni sacchettini in tela in cui si trovavano grani di zucchero spesso aromatizzati. La città di Venezia ne produceva in gran quantità e andava a prelevare lo zucchero in Palestina, dove lo aveva conosciuto con le Crociate: ad introdurlo nel Mediterraneo furono gli Arabi.
L'arrivo dello zucchero in Europa sorprese i mercanti: il miele, infatti, era fino al Medioevo usato come unico dolcificante: ma quando ci si accorse che lo zucchero lo sostituiva ed era anzi migliore e più gustoso da ogni parte d'Europa ricchi e notabili richiesero sacchi di zucchero.
Si diceva che i "sacchettis venetis" valessero così tanto che venivano lasciati in eredità ai discendenti oppure dati in dote alle spose.
Nei secoli seguenti la Repubblica fece coltivare la barbabietola anche a Creta (chiamata Candia): per tale motivo nacque lo zucchero "candioto" con il quale venivano caramellati frutti e dolci chiamati "candii": ecco l'etimologia del termine frutta candita!
I raffinatori di zucchero erano estremamente abili nel creare forme di zucchero, sciogliendolo e raddensandolo lasciandolo raffreddare in stampi appositi.
Era tradizione che i Procuratori di San Marco ad ogni membro del Maggior Consiglio, in occasione dell'insediamento di tale assemblea ogni 4 dicembre, giorno di Santa Barbara, donassero quattro pani di zucchero ad ogni patrizio veneziano entrato nell'organo di stato.
La diffusione dello zucchero, inoltre, causò la nascita a Venezia di una produzione dolciaria senza precedenti in Europa: fu infatti la prima città dell'Occidente a sviuppare una tradizione culinaria in cui si usava lo zucchero: i dolci veneziani contemporanei sono ancor oggi una gustosa testimonianza storica di questo antico primato della Serenissima.

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